Il Cammino di Santiago, con gli occhi (e i passi) di Marco: “Un’esperienza di vita”

Un momento di crescita profonda, un’iniziativa da portare in quello zaino interiore che non fa dimenticare nulla. Men che meno un’esperienza incomparabile come il Cammino di Santiago. Dopo una fase di preparazione fisica e culturale al Cammino hanno partecipato 13 alunni della classi quarte, dal 16 al 23 ottobre. Hanno percorso a piedi 110 km del Cammino portoghese per Santiago de Compostela partendo da Valença do Minho in Portogallo.

Marco Airoldi, della IV CL, la racconta così, come meglio non avrebbe potuto fare.

“Il Cammino Portoghese da Valença do Minho a Santiago de Compostela è stata un’esperienza che porterò sempre nel cuore, non solo per la bellezza dei luoghi attraversati, ma soprattutto per la profondità emotiva e spirituale che ha caratterizzato ogni passo e giorno.

Sin dal primo giorno, ho capito che questo viaggio sarebbe stato molto più di una semplice camminata. Ogni incontro con altri pellegrini si è rivelato un’occasione per condividere storie, emozioni e riflessioni. Con alcuni di loro, in particolare con Guido e Ivan, ho instaurato legami che vanno oltre la semplicità di un saluto o di una chiacchierata. Il rapporto che si è creato con i miei compagni di viaggio, invece, è stato qualcosa di unico: insieme abbiamo affrontato le difficoltà, celebrato i successi e scoperto la profondità nei nostri legami.

La natura lungo il Cammino è impressionante: i torrenti che scorrevano accanto ai sentieri e il verde intenso dei boschi erano meravigliosi. Ogni cittadina che attraversavamo aveva sempre qualcosa che la contraddistingueva dalle altre: le architetture barocche dei centri storici, le piazze accoglienti e le chiese antiche celebravano le loro tradizioni.

Ogni sera, durante il momento di riflessione guidato dalla nostra professoressa, avevo la possibilità di fermarmi e guardare dentro di me. Gli spunti che ci offriva erano profondi e mai scontati: ci invitava a riflettere sui significati che possiamo dare ai nostri passi, sia sul Cammino che nella vita. Era un momento prezioso per mettere ordine nei pensieri e trovare nuove motivazioni per affrontare il giorno successivo.
Il Cammino è stato anche una sfida personale: ho dovuto superare i miei limiti fisici e mentali. Ci sono stati momenti in cui il peso dello zaino, il dolore ai piedi o la stanchezza sembravano insormontabili. Eppure, ogni volta, qualcosa mi spingeva a continuare: una parola di incoraggiamento, il sorriso di un pellegrino o semplicemente la forza interiore che non sapevo di avere.

Arrivare a Santiago è stato un momento indescrivibile. Non si trattava solo della fine di un percorso fisico, ma della celebrazione di un viaggio interiore che mi ha cambiato profondamente. Il Cammino di Santiago non è solo un cammino: è un’esperienza di vita, un’opportunità per ritrovarsi, per capire e per crescere”.