Le lezioni di fisica del prof. Ilarione Cormio su Rai Scuola il 2 e 3 dicembre
Giunge alla sua terza edizione il programma televisivo “La Scuola in tivù”, frutto della collaborazione tra ministero dell’Istruzione e la Rai. Si tratta di una serie di lezioni in vari ambiti disciplinari che, dopo la messa in onda, vengono rese disponibili a tutti gli studenti delle scuole superiori sulle piattaforme di Rai Play, Rai Scuola e Rai Cultura. Anche in questa edizione il liceo scientifico OSA “Rita Levi Montalcini” di Molfetta è stato invitato dal ministero a partecipare al programma televisivo con la produzione di lezioni in ambito scientifico. Due le lezioni di fisica, prodotte dal prof. Ilarione Cormio, che andranno in onda sul canale 146 di Rai Scuola nei giorni 2 e 3 dicembre alle ore 9 e, in replica, alle ore 17. Abbiamo chiesto al prof. Cormio di descrivere il contenuto di queste lezioni. “Ai docenti di discipline scientifiche viene chiesto di sviluppare negli studenti competenze matematiche, scientifiche e tecnologiche che rientrano tra quelle che l’Unione Europea ha individuato come competenze chiave per la realizzazione di una cittadinanza attiva – esordisce il prof. Cormio – Occorre però essere consapevoli che sviluppare un’adeguata cultura scientifica significa non solo conoscere le principali leggi e teorie che regolano l’universo ma anche avere una profonda comprensione del metodo e del linguaggio della scienza”.
“Un’azione didattica che valorizzi il metodo scientifico induce una serie di atteggiamenti e comportamenti virtuosi, come la considerazione dei fatti prima che delle opinioni, l’accettazione del dubbio e dell’incertezza tipici del metodo scientifico, la rinuncia alle semplificazioni eccessive che disabituano alla complessità della realtà – prosegue il prof. Cormio – Quando questi comportamenti, fatti propri, vengono trasferiti dall’ambito scientifico al più ampio ambito sociale, le competenze scientifiche diventano esse stesse competenze di cittadinanza. Se vogliamo che gli studenti acquisiscano familiarità con il metodo scientifico dobbiamo necessariamente praticarlo nel nostro insegnamento”.
“Sicuramente esistono molti vincoli, di tempo, di spazi e di strutture che limitano, talvolta pesantemente, questa possibilità ma è anche vero che talvolta è possibile ritagliare nella propria azione didattica dei percorsi laboratoriali che possono essere realizzati con materiale povero, che non necessitano di laboratori attrezzati e, al contempo, nulla tolgono alla significatività del percorso scientifico – sottolinea il prof. Cormio – Le due lezioni di fisica fanno parte di un percorso, dal titolo “Educare al metodo scientifico”, che si articola in cinque lezioni nelle quali si integrano in forma interdisciplinare discipline come matematica, fisica, scienze, informatica e filosofia. In queste lezioni si parte dalla constatazione che una convinzione molto diffusa e radicata è quella per la quale la velocità di caduta di un corpo aumenta con l’aumentare del suo peso. Questa convinzione è così radicata perché frutto delle nostre comuni osservazioni quotidiane”.
“Lo stesso Aristotele affermava che un corpo lasciato libero si porta verso il suo luogo naturale, la terra, con una velocità che aumenta all’aumentare del suo peso. L’idea di Aristotele, basata solo su osservazioni qualitative e ragionamenti dotati di coerenza logica, veniva accettata sulla base di un principio di autorità e ha resistito per molti secoli prima di essere confutata da Galileo Galilei – ricorda il prof. Cormio – Per Galilei il principio di autorità, spesso soggettivo, non può essere utilizzato per lo studio dei fenomeni naturali. L’osservazione solo qualitativa dei fenomeni e la formulazione di ipotesi basate su ragionamenti che, pur dotati di coerenza logica, non sono supportati da esperimenti, possono portare a conclusioni errate. Alle osservazioni e alle ipotesi devono seguire sensate esperienze e necessarie dimostrazioni. Le sensate esperienze di Galileo consistono in esperimenti nei i quali un fenomeno naturale viene riprodotto in una forma controllata e ripetibile, tale da poter effettuare misurazioni quantitative”.
“L’esperimento è lo strumento con il quale lo scienziato dialoga con la natura utilizzando il linguaggio della matematica, fatto di tabelle, grafici, analisi quantitative ed equazioni. Sulla base delle informazioni quantitative così dedotte, e possibile formulare ipotesi, sottoporle a verifica sperimentale e costruire un modello esplicativo – conclude il prof. Ilarione Cormio – L’obiettivo di queste lezioni è quello studiare con metodo scientifico il moto di caduta di un corpo e di costruire un modello matematico che descriva l’effetto dell’attrito dell’aria sul moto del corpo. Una volta costruito, questo modello matematico va validato utilizzandolo per prevedere l’evoluzione di fenomeni analoghi e confrontare i risultati del modello con i dati sperimentali. L’esito del confronto validerà o meno il modello”.
Per il dirigente scolastico prof. Luigi Melpignano la collaborazione con il ministero dell’Istruzione e la Rai rappresenta un fiore all’occhiello non solo per il liceo Montalcini ma per tutto l’istituto IISS G. Ferraris di Molfetta. Ricordiamo infatti che oltre alle nove lezioni di fisica prodotte dal prof. Cormio, sono state prodotte e messe in onda da Rai Scuola quattro lezioni per gli studenti degli ITT, due lezioni per gli studenti dell’indirizzo Meccanica degli ITT, a cura del prof. Ernesto Angiuoni, una lezione di informatica a cura della prof.ssa Adriana Guagliardi ed una di elettrotecnica a cura del prof. Angelo Sfrecola. Con ben tredici lezioni, l’IISS G. Ferraris di Molfetta è, tra le scuole di tutta Italia, quella che ha fornito il maggior contributo alla realizzazione del programma “La scuola in tivù”.